I tempi del dolore: l’elaborazione del lutto

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Stare accanto a chi è profondamente triste fa male. E chi soffre nel lutto si accorge di non poter, per troppo tempo, ripetere i propri vissuti alle persone con cui vive o lavora, pena il sentirsi investito di luoghi comuni sulla vita che deve andare avanti, il doversi rifare una vita, il destino e la rassegnazione. Questi consigli, anche quando sono ragionevoli, di solito arrivano troppo presto, non rispettando i tempi di elaborazione del lutto nella persona che maggiormente soffre, ma piuttosto rispondendo al bisogno di alleggerimento e distanziamento di chi sta ascoltando la persona in lutto.

A volte occorre guardare bene in faccia le cose e sentirne profondamente l’effetto, prima di poter andare avanti.

Il dolore nel primo periodo: dentro si è convinti che nessuno possa capire cosa si prova. Ci si sente anni luce lontani dalle persone “normali”, cui non è toccato ciò che è capitato a noi. Spesso ciò che non viene compreso è che ci vuole tempo affinché l’immagine della persona cara che teniamo ben radicata dentro di noi si bonifichi, e da figura ( o meglio vera parte di noi) sofferente e agonizzante, si trasformi in immagine positiva, sorridente, benevola, coincidente con l’eredità spirituale che la persona defunta ci ha lasciato. Ci vuole tempo affinché alla mancanza e al vuoto si sostituisca la nostra disponibilità a riconoscere e accettare l’eredità del defunto, per onorarne la memoria facendolo rivivere in noi. A volte qualche piccolo rito privato può aiutare ad accelerare questo passaggio: guardare fotografie e riordinarle, piangere senza che nessuno pretenda di consolarci immediatamente, raccogliere oggetti.

Il pezzo di esistenza che abbiamo condiviso con la persona che ci è mancata non è andato perduto: si è stratificato dentro di noi ed è diventato parte dei “mattoncini” che compongono la nostra personalità. Ma occorre tempo.

Quello che segue: meglio tenere sempre accesa la memoria, non il dolore… Non si può forzare un processo naturale, come quello dell’elaborazione del lutto, che ha le sue fasi, i suoi tempi… Dobbiamo avere pazienza verso noi stessi. Ascoltarsi ed accettare le emozioni contrastanti e altalenanti che aleggiano in noi, anche se ci sembra di sentirci in balia di queste emozioni. Può essere utile, in questi casi, affidarci ad un professionista del settore, uno psicoterapeuta che possa accompagnarci nel percorso di elaborazione del lutto e possa sostenerci in questo momento di difficoltà.

Dott.ssa Valentina Melilli

Psicoterapeuta ad approccio strategico integrato

340 4973544

Autore:

Psicologa dell'età evolutiva e psicoterapeuta ad approccio Strategico Integrato. Mi occupo di: coppie, adulti, famiglie, bambini ed adolescenti. Ansia, attacchi di panico, depressione, supporto alla genitorialità, lutto, sostegno psicologico, tecniche di rilassamento, ipnosi genomica.

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