Il potere della meditazione: un profondo contatto con il proprio Sé

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L’uomo moderno è insoddisfatto, stressato, sempre di corsa, ansioso…ha perso il contatto con se stesso. Si destreggia in un oceano di difficoltà, come un fuscello  trasportato dalle onde.  Il mondo esteriore occupa  quasi tutta la sua attività: cose da fare, impegni da mantenere, ritmi frenetici. Per ritrovare la pace e la serenità, l’uomo deve  ristabilire il contatto con il Sé, che è la parte più reale  di se stessi.

Prendiamo ad esempio la storia di due falciatori.

L’uno lavora con grinta senza tregua. Suda abbondantemente, interrompe appena durante i pasti e, se solleva gli occhi, è per osservare la distesa  di terreno che deve ancora falciare. A mezzogiorno i muscoli gli fanno male, il viso teso è segnato da profonde rughe, non reggerà allo sforzo, e prima della notte si sentirà distrutto.

Il suo vicino, invece, lavora con calma senza sbrigarsi. Si ferma sovente, prende la sua pietra per affilare la falce, poi lentamente e con grande cura, l’affila. Il suo pollice esperto controlla l’efficacia del suo arnese, e quando è certo di averlo ben affilato, con un gesto ampio e armonioso si rimette al lavoro. Come una nave che solca il mare, la falce si apre il cammino e l’erba si adagia a terra. Il braccio che la impugna si è riposato durante l’affilatura, e nonostante i suoi frequenti arresti il falciatore avrà prodotto prima della notte il doppio del lavoro rispetto al suo compagno. La sera, dopo la sua giornata di lavoro, subentrerà una sana fatica, anziché lo sfinimento, 

Smettete di essere quel falciatore che non si da neppure la tregua di affilare la sua falce.  Affilate tutti i giorni  la vostra “falce mentale” attraverso la meditazione. Ritrovate il contatto con voi stessi, con la vostra vera essenza, con il vostro intimo. Inizialmente non sarà facile mettersi in una condizione di ascolto, avrete la tentazione di muovervi e il pensiero divagherà. Non preoccupatevi, è del tutto normale. Ponetevi semplicemente in una condizione di ascolto di voi stessi: seduti, con le gambe incrociate, pollice e indice a contatto, mani poggiate sulle ginocchia e schiena dritta. Chiudete gli occhi ed iniziate semplicemente ascoltando il vostro respiro.  Prestate attenzione alle inspirazioni ed alle espirazioni, l’aria che entra ed esce…Semplicemente un profondo ascolto di se. Concentratevi su un’intenzione, questo sarà l’obiettivo della vostra meditazione. Se il pensiero divaga, riportatelo dolcemente alla vostra attenzione e alla vostra respirazione. Non demordete, ci vuole tempo e pazienza. Non è facile fermarsi ed entrare in contatto con se stessi. Potreste avere la tendenza a “fuggire” da voi stessi, ad evadere…ma con il tempo noterete i grandi benefici di questa pratica, che si ripercuoterà nella vostra quotidianità conferendovi calma e serenità.

E allora non mi resta che augurarvi una buona pratica meditativa.

Imparare ad essere chi si è

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Il compito più importante che possiamo assumerci nella nostra vita è proprio quello di scoprire  le nostre naturali attitudini ed inclinazioni. Rispetto a tale obiettivo, la migliore guida è rappresentata dalle emozioni e dalle sensazioni corporee. Quando ci impegniamo in attività o relazioni che soddisfano le nostre inclinazioni naturali, ci sentiamo bene: il nostro corpo è appagato e proviamo gioia e piacere. Troppo spesso corriamo dietro agli altri, alle loro necessità, a ciò che va fatto, al dovere…cosi facendo perdiamo di vista una cosa importantissima: noi stessi.

Chi siamo?Cosa vogliamo dalla vita? Queste sono le domande che dovrebbero muoverci. Sembrano domande banali, ma provate a fermarvi un attimo e a rispondere. Chi sono? Sono ciò che gli altri vedono, o sono ciò che io faccio vedere agli altri… qual’è la mia essenza più profonda? Mi conosco realmente? Conosco i miei limiti e le mie risorse?

Come rispondere alla frase del titolo: imparare ad essere chi si è? Semplicemente fermandosi e ascoltando se stessi. Sembra una banalità, ma presi dalla quotidianità questa semplice operazione diventa difficilissima. Ho qualche fastidio fisico? Somatizzo? Cosa non sto ascoltando di me stesso? Quale mio bisogno o necessità sto mettendo in secondo piano? Iniziamo a prenderci cura di noi stessi cosi come ci prendiamo cura degli altri. Risulta più difficile, forse viene dato per scontato… ma è proprio questa la chiave dell’autenticità e della serenità.