Oggi è domenica: solitamente un giorno di riposo, in cui i ritmi sono rallentati. Siamo costantemente bombardati da suoni: traffico, televisione, video, canzoni, elettrodomestici… raramente riusciamo a concederci il silenzio… Domani mattina, quando ti svegli, prova a fare silenzio: niente tv, telefono, radio. Questi suoni sono piacevoli quando vogliamo “distrarci”, passare dei momenti leggeri… ma ci portano lontano, via dal qui ed ora. Non ci permettono di ascoltare.. Cosa? Qualsiasi cosa.
E’ mattina, ti sei appena svegliato. Prova a metterti in ascolto, come fai quando alla radio passa una canzone nuova del tuo cantante preferito e vuoi coglierne tutte le parole. Senti i suoni della tua casa: il caffè che sale, qualcuno che si è appena alzato, i suoni fuori dalla finestra, il gatto che miagola, la natura che si risveglia. I suoni di uomini e donne che forse non incontrerai mai e che, come te, ogni giorno hanno una “missione” da compiere. Ringrazia chi pulisce la strada, che svuota i secchioni della spazzatura, l’edicolante che apre la sua edicola, chi guida i mezzi pubblici. Manda loro un pensiero gentile.
E ricorda che siamo tutti qui: in questo corpo, in questo pianeta: con vicissitudini diverse, ma con lo stesso desiderio di essere felici. Ogni tanto conviene ricordarselo.
Spesso tendiamo ad essere prevenuti nei confronti degli altri. Sperimentiamo diffidenza, come se dovessimo stare attenti e non abbassare la guardia. Essere nel qui ed ora significa anche aprirsi nei confronti delle altre persone. Non si tratta di fare i buonisti a tutti i costi, ma di provare a cambiare prospettiva.
Come sempre ti propongo un piccolo esercizio per provare a metterti alla prova e cambiare il tuo modo di fare:
In questi giorni, quando incontri un’altra persona, prova ad essere curioso rispetto a ciò che sente, a ciò che pensa e alla sua storia.
Se gli altri dicono o fanno qualcosa che ti irrita, prova a chiederti: qual è la sua intenzione? Il collega che fa battute stupide potrebbe voler stemperare un’atmosfera tesa o un suo imbarazzo personale, l’amico che ti critica lo fa perché ti vuole bene e si preoccupa per te, il bambino che combina un guaio spesso ha solo voglia di divertirsi.
prova a notare abilità e qualità delle persone intorno a te. Se apprezzi la loro ironia, ti piace come cucinano, o semplicemente stare con loro ti fa stare bene, faglielo sapere! Non solo li farai contenti, ma ne sarai felice anche tu, per il fatto di avere al tuo fianco persone cosi. E ogni tanto, ricordati anche le tue qualità.
Siamo tutti umani, ma troppo spesso ce ne dimentichiamo, finendo per pretendere troppo da noi stessi e dagli altri. Siamo troppo presi da ciò che non va, dagli errori, dai difetti. esercitiamoci a vedere il bello, le qualità, i punti di forza. Sia in noi stessi che negli altri.
Seiin grado di ascoltare? Di ascoltare veramente? Ascoltare presuppone innanzitutto stare in silenzio, e non è una cosa scontata. Quando gli altri parlano tendiamo a pensarealla risposta da dargli, alle domande da fargli prima ancora che abbia terminato il discorso. Essere nel qui ed ora comprende la capacità di donare ascolto. Come mai scelgo proprio il termine donare? Perché nel momento in cui ascolto l’altro gli sto donando la mia attenzione, comprensione, interesse.
Se qualcuno ti sta dicendo qualcosa che gli sta a cuore, prova per quanto possibile a sospendere qualsiasi altra attività. Dedicagli la tua totale attenzione? Che effetto ti farebbe parlare con qualcuno distratto, che fa altro mentre tu racconti? Puoi decidere di ascoltare senza interrompere. Quando ti accorgi che sei distratto o che stai giudicando chi ti parla, perché può capitare, lascia andare i pensieri e torna semplicemente ad ascoltare. Sii curioso, prova a cogliere i sentimenti al di là delle parole, e dai a chi è con te il tempo e lo spazio di esprimersi liberamente.
In questo momento storico, in cui ci le risposte facili e le opinioni espresse come fatti tendono ad abbondare, è facile dimenticare il valore dell’ascolto, quello vero. Eppure non si tratta solo di una forma di amore, ma di una sorta di allenamento per coltivare umiltà, apertura, pazienza e riflessione, invece di arroganza, chiusura, impulsività e aggressività.
Se vuoi sentirti pieno di energia, non sottovalutare l’influenza dell’ambiente intorno a te e delle tue azioni.
Cosa ti condiziona?
il cibo che mangi,
i vestiti che indossi,
il percorso che fai per andare a lavoro,
il numero di volte in cui controlli il cellulare,
la musica che ascolti, le persone che frequenti,
i pensieri che coltivi e le parole che scegli per esprimerli.
Tutte queste azioni hanno un’influenza su di te. Le nostre scelte, le persone intorno a noi, le situazioni in cui ci troviamo condizionano il nostro modo di sentirci, le nostre emozioni, i nostri pensieri. Scegli i cibi, le persone, gli ambienti giusti per te. Se ti trovi in ambienti in cui regnano la frenesia e la disattenzione, la negatività e il pessimismo, entra in contatto con la parte più saggia di te e chiediti come puoi portare qualcosa di buono in quel caos. Ricordati che ogni momento è importante.
Ricordi l’esercizio del timer di ieri? Quando suona, prova a chiederti: come mi fa sentire quello che sto facendo? Inizia a prestare attenzione all’influenza che le tue azioni hanno su di te.
Invece di pensare che c’è sempre qualcosa che manca o che non va, puoi sentirti grato di vivere e affrontare quel momento. Chiediti cosa puoi fare per affrontarlo al meglio. Non è tanto ciò che succede ad incidere su di noi, ma come noi stessi ci rapportiamo ed affrontiamo quello che succede.
Come faccio ad essere nel qui ed ora? A non far si che la mia mente inizi a fare previsioni sul futuro, o a rimuginare sul passato? Quando ti senti sotto stress, con la mente che inizia a spostarsi freneticamente da una cosa ad un’altra, e ti sembra di essere sull’orlo di una crisi di nervi, usa un timer.
Un timer? E perché? Per bloccare i processi della tua mente. Per tornare al momento presente, in modo intenzionale, hai bisogno di qualcosa che ti ricordi di farlo. Ed ecco arrivare in nostro aiuto il timer. Scegli un intervallo di tempo adatto a te: può essere ogni ora, ogni due ore.
Ogni volta che lo senti suonare, fermati e siediti un attimo. Chiudi delicatamente gli occhi e fai un respiro profondo per riconnetterti con te stesso. Rimani cosi per qualche istante. Ogni volta che ti accorgi che la mente va altrove (alle cose da fare o a cose successe, a problemi da risolvere o situazioni che non ti piacciono) tu gentilmente riporta l’attenzione al respiro. Puoi concentrarti sulle sensazioni fisiche legate al respiro: sentire l’addome che si gonfia e si sgonfia, la sensazione dell’aria che entra ed esce dalle narici, la gabbia toracica che si allarga e si restringe.
Questo piccolo esercizio aiuterà a calmare la mente, ammorbidendo la presa dei pensieri ripetitivi, e ti permetterà di riprendere le tue attività con una visione più chiara di ciò che davvero conta…
Proseguiamo con il tema del qui ed ora. Cosa può aiutarci a stare nel momento presente? Senza focalizzarci sul passato o sul futuro? Le intenzioni.
Invece di proiettarti verso il futuro convinto che ci sia sempre qualcosa da aggiustare (te stesso, gli altri, la vita) contatta la tua intenzione nel presente. Fermati, respira e chiediti: “Come sto?” “Cosa ho intenzione di fare, per me stesso?”.
Ascolta le tue emozioni, i tuoi pensieri. Ascolta te stesso. Potresti avere le idee molto chiare, oppure vaghe. Le risposte potrebbero esserti familiari, oppure sorprenderti. Non importa. Quel che conta è entrare in contatto con te stesso. Posso ascoltare le mie vere intenzioni soltanto se mi metto in ascolto, se permetto loro di emergere e venire fuori, liberamente. Ciò che emerge è la tua risposta in questo momento, dai loro la giusta attenzione. Non pensare a grandi cose, ma a piccole azioni, piccoli gesti… Se vuoi puoi segnarle e, quando vuoi, tornare a leggerle. Vedrai come le tue intenzioni cambieranno, in base all’umore, agli eventi, alle situazioni.
Ciò ti farà capire che ciò che importa è il momento presente, la mia intenzione ora, in questo momento. Dopo, tra un’ora, domani, è un’altra cosa.
Questa settimana affrontiamo il tema del qui ed ora, valutando vari aspetti.. Cosa significa qui ed ora? Significa stare nel momento presente. Per semplificare possiamo definire l’ansia come una proiezione ed una tendenza al futuro, la depressione come un restare ancorati al passato. Ma il passato è già andato, è lontano da noi. E lo stesso vale per il futuro. Ciò su cui posso agire è il presente, proprio il qui ed ora. Ma, paradossalmente, è proprio il momento che rischiamo di perderci. Spesso, nei miei articoli, ho parlato di obiettivi. Sono importanti, ci aiutano a dare una direzione alla nostra vita, a capire dove stiamo andando.
Ma mentre stiamo andando, cosa stiamo perdendo di vista? Una volta raggiunto l’obiettivo, guardandoci indietro, cosa vediamo?La vita è ora, in questo momento. Mentre stai leggendo quest’articolo.
Immaginiamo il viaggio come una barca che attraversa l’oceano dritta verso la sua destinazione. Non vedrà l’ora di arrivare, puntando verso l’obiettivo. Ma cosa c’è prima di arrivare all’obiettivo? Vento, pioggia, sole, arcobaleno, delfini, uccelli, nuvole… c’è la vita. Oggi ti invito a fermarti. Mentre leggi quest’articolo fai una pausa, chiudi gli occhi, respira lentamente. Pensa al tuo obiettivo in questo momento. Come stai? Cosa vuoi? Un gelato, fare una passeggiata, chiamare una persona, preparare un dolce, mettere della musica e ballare… va bene tutto, perché è ciò che tu vuoi fare. Sei pronto?
Cosa ci impedisce di essere liberi? Negli articoli scorsi abbiamo provato a guardare le cose con gli occhi dei bambini, liberandoci di pregiudizi e preconcetti, per poter conoscere in modo diverso. Abbiamo visto come poter gestire il tempo per non sentire che sfugge. Questo ci permette di essere liberi, liberi di essere. Oggi affrontiamo un terzo punto molto importante: la capacità di essere indulgenti con se stessi. Cosa significa?
Abbiamo visto come la mente sia sempre pronta ad organizzare, catalogare, fare. In tutto questo fare un meccanismo che ha un grande ruolo è quello del giudicare. Gli altri, ma anche e sopratutto noi stessi. Tendiamo a vedere gli errori, ciò che non va. Siamo giudici severi e intransigenti. Come mai? Per permetterci veramente di essere noi stessi, per sentirci liberi di essere, dobbiamo imparare ad essere indulgenti con noi stessi.
Cosa significa essere indulgenti? L’aggettivo indulgente significa “che dimostra o rivela comprensione e benevolenza o semplicemente tolleranza nei confronti di persone o situazioni; comprensivo, benevolo, tollerante”.
Riesci ad essere indulgente con te stesso? Di fronte agli errori riesci a dire “vabbè, può capitare” o tendi a buttarti giù, a ripeterti che hai sbagliato, che dovevi stare più attento? Come ci comportiamo con noi stessi rivela molto su come ci comportiamo con gli altri, e viceversa.
Esercitiamoci nella pazienza, nella tolleranza, nella comprensione. Tendiamo a pensare di dover essere infallibili, di non dover sbagliare, ma questa è solo un’utopia. Vi svelo un segreto… siamo umani! Ebbene si, riprendiamoci questa fallibilità, mettiamo in conto di poter compiere errori…e di rimediare, se possiamo.
Se sei troppo duro con te stesso ti propongo un esercizio: prova, nell’arco della giornata, a commettere intenzionalmente almeno un piccolo errore.
Mentre parli con qualcuno permettiti di commettere un piccolo errore nel pronunciare una parola o un verbo.
Chiama la persona con cui stai parlando con un altro nome, fingendo di non essertene accorto e scusandoti quando te lo fanno notare
quando vai a fare la spesa fingi di sbagliare nel dare i soldi alla cassiera, o sbaglia di proposito il pin del bancomat
Questi sono solo piccoli spunti; il punto è di permettere a te stesso di poter sbagliare, e puoi iniziare ad esercitarti in questo controllando tu stesso gli errori, affinché essi possano sembrarti più tollerabili nel momento in cui si verificheranno.
Non ho tempo, poi lo faccio, poi ci penso…Ma che fine fa questo tempo? Vorremmo che le giornate fossero più lunghe, 24 ore non ci bastano.
Siete sicuri?Ma come lo occupiamo questo tempo? Cosa facciamo? Cosa vorremmo fare che, invece, non riusciamo a fare? Sai cosa ci impedisce di avere pieno controllo del nostro tempo? La non organizzazione.
24 ore sono abbastanza, se so come impiegarle.
Oggi ti propongo alcuni esercizi: mi piace che tu possa sperimentare in prima persona, affinché ciò che dico non rimanga un concetto teorico, ma possa aiutarti a mettere in pratica dei cambiamenti concreti nella tua vita.
Il primo esercizio consiste nel fare una programmazione di tutte le cose che vuoi fare. Fai una lista, senza dare un’ordine al momento, e scrivi tutte le cose che vuoi fare. Da quella più importante a quella meno importante. Poi mettile in ordine di priorità: la numero 1 è quella più importante.
Fai una tabella con i giorni della settimana, dal lunedi al sabato: inserisci, nella tabella, le cose da fare che hai nella tua lista. Scegli con cura il giorno e anche l’orario. Non scrivere una cosa in un giorno a caso, del tipo lunedi lo farò: devi scegliere una fascia oraria. Farò questa cosa in questo giorno preciso e in questo orario. Più preciso sei e più sarà semplice realizzare quella cosa.
A fine giornata rivedi la tua lista e controlla se ciò che dovevi fare è stato fatto. Si? Bene. No? Come mai? Non importa, rifletti su ciò che non ti ha permesso di fare quella cosa: un imprevisto, non hai saputo dire di no ad una richiesta di qualcuno (in questo caso ti invito a leggere il mio articolo sui 5 modi per dire no, se non riesci in questo rischi di non portare a termine i tuoi piccoli obiettivi quotidiani e sperimentare frustrazione). Riprogramma quella cosa da fare scegliendo un altro giorno della settimana: questo ti permetterà comunque di farlo e di cercare di non posticipare poiché rischierai di accumulare impegni.
e la domenica? Concediti una giornata con zero impegni. Può essere la domenica o un altro giorno della settimana, purché ci sia nella tua programmazione una giornata non programmata! Una giornata in cui ti svegli la mattina e sei libero di fare ciò che vuoi! Va bene programmare, ma è bello anche viversi la giornata cosi come viene e assecondare i desideri del momento. Vedi questa giornata “libera” come una carica per affrontare poi le giornate programmate.E noterai come una giornata non programmata sembrerà più lunga delle “sole” 24 ore… se sai dedicarle la giusta attenzione e se vuoi viverla appieno!
Il tema di questo articolo, e dei prossimi, è Libero di essere. Cosa significa? Siamo condizionati da tanti fattori: educazione, ruoli, aspettative. Tutto questo non ci permette di essere veramente noi stessi. In questi articoli vi guiderò alla riscoperta di voi stessi, attraverso piccoli esercizi.
La mente è abituata a pensare, elaborare, catalogare, e lo fa quando vuole. E’ sempre in movimento. Appena facciamo qualcosa, appena succede qualcosa, lei è pronta a scattare come una molla. Come mai? Questa sua attività ci aiuta ad essere pronti, lei pesca dalla memoria esperienze passate per prepararci a reagire a ciò che accade. Ma non sempre questo è un bene…
Provate ad osservare un bambino, meglio se piccolo. Per lui tutto è nuovo, tutto è da conoscere ed esplorare. Egli non ha esperienze passate e per lui è un bene, perché questo gli permetterà di avvicinarsi alle cose senza pregiudizi. Sarà libero di conoscere, esplorare e farsi un’idea in base a ciò che ha davanti e a ciò che succede. Crescendo perdiamo questa capacità: la bellezza di vedere le cose come se fosse la prima volta ci permette di essere autentici, liberi!
Oggi ti propongo un esercizio per provare a ritrovare gli occhi dei bambini:
Prenditi un momento per fare questo esercizio: un momento da dedicare a te stesso, un momento scelto e non ritagliato tra una cosa ed un’altra.
2. Scegli un posto: può essere una stanza di casa, un parco vicino casa tua, una strada che ti piace particolarmente (purché sia un posto che conosci bene, a te familiare).
3. Chiudi per un attimo gli occhi, fai un respiro profondo, riconnettiti con te stesso. Sii presente a te stesso, in questo momento e in questo posto.
4. Quando ti senti pronto apri gli occhi lentamente ed inizia a guardarti intorno, senza muoverti. Fallo come se fosse la prima volta che vedi quel posto: porta attenzione a tutti i particolari, a tutti i dettagli di quel posto.
5. Poi inizia a muoverti lentamente, un passo alla volta, esplorando questo spazio. Ascolta le tue emozioni, le tue sensazioni, i tuoi pensieri, il tuo respiro. Ascolta tutto quello che c’è, vivi pienamente questo momento. La mente tenterà di portarti altrove: alla cena da preparare, alla spesa da fare, alla lavatrice da stendere: non giudicarti per questo, è normale che la mente faccia cosi, è il suo “lavoro”. Semplicemente riporta la tua attenzione all’esercizio: allo spazio intorno a te, ai dettagli, ai particolari. Puoi fare questo esercizio ascoltando l’audio qui di seguito che ti guiderà in questa esplorazione.
Audio per esplorare uno spazio
6. Fai durare questa esplorazione almeno 10 minuti. Può sembrarti un tempo lungo, ma non è troppo se serve a liberare te stesso e a farti sperimentare qualcosa in modo diverso!
7. Al termine dell’esercizio mettiti seduto, prendi carta e penna e rispondi a queste domande:
Ho imparato qualcosa da questo esercizio? Se si, cosa?
Come mi sono sentito?
Cosa ho pensato?
Ho imparato qualcosa di nuovo di me stesso e dell’ambiente in cui mi trovo?
Cosa c’è stato di diverso?
Questo è un primo piccolo passo per ritrovare il tuo vero essere, passando attraverso l’esplorazione di uno spazio in modo nuovo, con occhi diversi. Per abituarti a vedere il mondo intorno a te in modo diverso, con gli occhi del bambino.